Primo piano  Ucraina: nuovi attacchi, economia in difficoltà e mosse diplomatiche

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La guerra in Ucraina continua a far sentire i suoi effetti su tanti fronti, non solo quello militare. Negli ultimi giorni si sono susseguiti diversi episodi che mostrano quanto la situazione resti tesa e complessa. A Kramatorsk, nella regione di Donetsk, due giornalisti ucraini sono rimasti uccisi dopo che un drone russo ha colpito l’auto su cui viaggiavano. Il presidente Zelensky ha parlato di un vero e proprio crimine di guerra, ricordando che dal 2022 più di cento reporter hanno perso la vita a causa del conflitto.

C’è però anche una piccola notizia positiva: la centrale nucleare di Zaporižžja, la più grande d’Europa, è tornata collegata alla rete elettrica dopo un mese di blackout. L’intervento è stato reso possibile grazie alla collaborazione tra le autorità ucraine e gli esperti dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica. Nonostante ciò, la centrale resta sotto controllo russo e continua a essere una fonte di preoccupazione per possibili rischi o danni futuri.

Sul piano economico, la situazione ucraina rimane difficile. La Banca Centrale ha deciso di mantenere i tassi d’interesse fermi al 15,5% per cercare di contenere l’inflazione, che secondo le previsioni potrebbe restare alta ancora per diversi anni. Le prospettive di crescita per i prossimi anni sono modeste: circa l’1,9% nel 2025 e il 2% nel 2026. A pesare ci sono gli attacchi russi alle infrastrutture energetiche e la mancanza di manodopera, fattori che rendono complicata la ripresa.

Anche sul fronte politico non mancano le tensioni. L’Unione Europea, durante l’ultimo vertice a Bruxelles, ha deciso di rimandare a dicembre la discussione sull’uso dei beni russi congelati per aiutare la difesa ucraina. Si tratta di una somma enorme, circa 183 miliardi di euro, ma non tutti gli Stati membri sono d’accordo su come utilizzarla.

Nel frattempo, Stati Uniti e Unione Europea hanno annunciato un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia. Gli USA hanno preso di mira le principali compagnie petrolifere russe, mentre l’Europa ha deciso di limitare ulteriormente le importazioni di gas naturale liquefatto. Mosca ha reagito duramente, accusando l’Occidente di voler indebolire la propria economia con misure “ostili”.

Anche la Cina sembra muoversi con prudenza. Alcune grandi compagnie petrolifere cinesi — come PetroChina e Sinopec — avrebbero sospeso temporaneamente gli acquisti via mare di petrolio russo, forse per valutare gli effetti delle sanzioni americane. Tuttavia, le forniture via oleodotto restano attive, segno che la collaborazione energetica tra i due Paesi non si è interrotta del tutto.

In definitiva, la guerra in Ucraina continua a intrecciare economia, diplomazia e politica internazionale. Ogni nuova decisione, dalle sanzioni ai contratti energetici, ha conseguenze che vanno ben oltre il campo di battaglia, influenzando gli equilibri globali e i rapporti tra le grandi potenze del mondo.

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