Perché la parità salariale tra uomini e donne fatica ancora ad arrivare nel mondo del lavoro

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La parità salariale tra uomini e donne è uno degli obiettivi centrali della giustizia sociale e dell’equità nel mondo del lavoro. Tuttavia, nonostante decenni di politiche e consapevolezza crescente, il divario persiste e si evolve in forme meno visibili ma ancora significative.

Globalmente, le donne mediamente guadagnano meno degli uomini: la differenza può essere intorno al 20 % o più, a seconda del Paese e della metodologia considerata. Questo dato è un segnale forte: non si tratta solamente di una “difformità residua”, ma di un fenomeno radicato in molte strutture del lavoro, della famiglia e delle aspettative sociali. Tra i fattori che contribuiscono a mantenere vivo questo divario ci sono la segregazione occupazionale (le donne concentrate in settori meno remunerati), l’interruzione della carriera o la riduzione dell’orario per motivi familiari, la differenza nelle ore di lavoro non retribuito, e anche elementi di discriminazione diretta o indiretta.

Un altro elemento chiave è che spesso il divario “visibile” (salario medio per genere) è solo la punta dell’iceberg: se si controllano variabili come tipo di lavoro, ore lavorate, anzianità e qualifiche, il divario si riduce, ma non scompare. Rimane cioè una parte “inspiegata” che molti ricercatori associano a disparità sistemiche e culturali. Le politiche efficaci sono quelle che vanno oltre la semplice normativa “uguaglianza formale” e affrontano la reale distribuzione delle opportunità, la trasparenza retributiva, l’accesso ai ruoli decisionali, e l’equilibrio tra lavoro retribuito e non retribuito.

Non va trascurata l’importanza della trasparenza: quando le aziende rendono pubblici dati su salari, genere e ruolo, emerge un incentivo concreto a correggere le differenze. Allo stesso modo, le nuove tecnologie e la finanza digitale, ampliando l’accesso e il potere negoziale delle donne, rappresentano leve potenzialmente trasformative.

Infine, anche se alcuni Paesi sono molto avanti nell’indice di parità di genere, la velocità di miglioramento è bassa e questo significa che, a ritmo attuale, potrebbero servire decenni prima di raggiungere una vera parità economica. E poiché la parità salariale non riguarda solo le donne, ma riguarda anche la competitività economica e la coesione sociale, è un tema che va visto come investimento più che solo come questione morale.

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