Origini storiche della nascita dell'URSS: il contesto della Russia zarista

La nascita dell’Unione Sovietica affonda le radici nel mosaico contraddittorio della Russia zarista tra XIX e XX secolo, un impero immenso che oscillava tra modernizzazione e immobilismo. La società era ancora segnata da un’eredità feudale ingombrante: i contadini, formalmente liberati dalla servitù della gleba nel 1861, restavano intrappolati in debiti e vincoli comunitari che ne limitavano la libertà. Al vertice sopravviveva un’aristocrazia privilegiata, mentre una borghesia in crescita e una classe operaia nascente cercavano spazio in un sistema che non riusciva a rinnovarsi davvero. Le riforme di Alessandro II furono passi importanti, ma incapaci di trasformare radicalmente il volto del Paese, anzi finirono per alimentare aspettative deluse e nuove tensioni.
Le fragilità russe erano già emerse con la guerra di Crimea, e si confermarono clamorosamente nella disfatta contro il Giappone nel 1905, un colpo durissimo al prestigio della monarchia. La rivoluzione dello stesso anno e la nascita della Duma avrebbero potuto aprire una via verso il cambiamento, ma i limiti imposti dallo zar ne svuotarono l’efficacia. Intanto, nelle città in via di industrializzazione, una classe operaia ancora numericamente ridotta viveva condizioni di lavoro durissime, maturando una coscienza politica che sarebbe stata determinante più avanti.
Sul piano delle idee, la Russia si trasformò in un laboratorio ideologico. Le correnti populiste eredi dei narodniki si intrecciavano con le nuove teorie marxiste, dando vita a un panorama politico vivacissimo: socialisti rivoluzionari, menscevichi e bolscevichi iniziarono a radicarsi nei villaggi e nelle fabbriche, mentre lo Stato arrancava di fronte alle sfide di un’economia arretrata e militarizzata.
La Prima guerra mondiale accelerò il crollo. Il reclutamento di milioni di contadini, la fame nelle città, l’inflazione e la gestione disastrosa del conflitto scavarono un solco irreparabile tra Nicola II e la popolazione. La sua immagine, già logorata, fu ulteriormente compromessa dal peso delle sconfitte militari e dalla sinistra influenza attribuita a Rasputin a corte. Persino la Chiesa ortodossa, da secoli colonna del potere zarista, vide erodere la propria autorevolezza. In quel vuoto di credibilità e fiducia, le forze rivoluzionarie seppero inserirsi con decisione, trasformando una crisi sistemica in un punto di non ritorno che avrebbe condotto, pochi anni dopo, alla nascita dell’URSS.
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