Normativa e regolamenti sui droni in Italia: cosa è legale e cosa no

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Conoscere le regole che disciplinano l’uso dei droni in Italia è il primo passo per volare in sicurezza ed evitare sanzioni. Anche se la cornice generale è definita a livello europeo dall’EASA, l’applicazione pratica nel nostro Paese è affidata all’ENAC, che stabilisce procedure e requisiti concreti per i piloti. Non basta quindi possedere un drone di ultima generazione: serve formazione, consapevolezza dei limiti operativi e rispetto delle restrizioni sullo spazio aereo.

Chi utilizza un drone che supera i 250 grammi, oppure anche modelli più leggeri dotati di telecamere e sensori, deve conseguire almeno l’attestato A1-A3 tramite il portale ENAC. Per operazioni più avanzate, come i voli oltre la linea visiva (BVLOS) o in scenari che escono dai limiti standard, si entra invece nella categoria “Specific”, che comporta una preparazione più approfondita e l’approvazione di scenari operativi da parte dell’ente. In ogni caso, tutti i piloti devono registrarsi sulla piattaforma D-Flight e applicare sul drone il codice identificativo rilasciato: un passaggio spesso sottovalutato, ma obbligatorio per legge.

La pianificazione di ogni missione è un aspetto centrale. Le mappe interattive di D-Flight consentono di individuare aree interdette, spazi controllati o restrizioni temporanee. Un controllo preventivo è indispensabile soprattutto in prossimità di aeroporti, centri abitati o infrastrutture delicate, dove possono essere richieste autorizzazioni o deroghe specifiche. Anche il sorvolo di persone estranee o di proprietà private segue regole precise che il pilota deve conoscere.

Dal punto di vista normativo, l’uso professionale e quello ricreativo sono regolati allo stesso modo se rientrano nella categoria “Aperta”. Tuttavia, chi utilizza un drone a fini lavorativi deve stipulare un’assicurazione obbligatoria e rispettare anche normative extra-aeronautiche, come quelle relative alla privacy. Riprendere o trasmettere immagini di persone riconoscibili richiede il loro consenso, e nelle aree urbane possono essere richieste ulteriori abilitazioni, come l’attestato A2, che impone una formazione più avanzata.

Operare con droni in contesti complessi, ad esempio durante eventi pubblici, comporta responsabilità aggiuntive e spesso la necessità di coordinarsi con autorità locali o enti di sicurezza. Inoltre, il pilota deve sempre mantenere il contatto visivo diretto con il drone, salvo specifiche autorizzazioni per missioni BVLOS, ed essere pronto a intervenire manualmente anche se la macchina vola in modalità automatica. Per questo sono essenziali i controlli pre-volo, l’aggiornamento costante del firmware e la corretta configurazione dei sistemi di sicurezza come il return-to-home.

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