L’Europa di Draghi: verso un’unione più concreta e meno teorica

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Il recente intervento di Mario Draghi in Spagna ha riacceso la discussione sul futuro dell’Europa, riportando l’attenzione su un tema centrale: come rendere l’Unione più solida e capace di agire in un mondo instabile. L’ex premier italiano ha parlato di “principi sotto pressione”, invitando a costruire un’Europa più unita attraverso un federalismo pragmatico, basato su obiettivi condivisi e su decisioni concrete, non solo su dichiarazioni d’intenti.

Questa idea si inserisce in un contesto complesso: da un lato le tensioni tra governi rallentano i processi decisionali, dall’altro le sfide globali – dal clima alla competizione industriale con la Cina – richiedono risposte coordinate. L’iniziativa RESourceEU, pensata per ridurre la dipendenza esterna su materie prime strategiche, rappresenta un esempio di come la cooperazione possa trasformarsi in vantaggio comune, se accompagnata da una visione politica condivisa.

Anche il presidente Sergio Mattarella ha richiamato l’importanza di un’Europa che parli con una sola voce su pace e stabilità, sottolineando come la frammentazione interna indebolisca il peso del continente. In parallelo, la Commissione guidata da Ursula von der Leyen lavora per rendere le istituzioni europee più efficienti e meno burocratiche, ponendo al centro l’innovazione e le regole comuni per le imprese.

Perfino temi apparentemente minori, come la sospensione del cambio dell’ora legale o la carenza di personale sanitario, mostrano quanto il coordinamento tra Stati membri resti ancora limitato. È proprio in questi ambiti quotidiani che il federalismo pragmatico evocato da Draghi trova la sua forza: un approccio capace di unire, passo dopo passo, ciò che oggi appare diviso.

L’Europa del futuro potrà contare solo su se stessa se saprà coniugare ideali e praticità. Riscoprire un senso comune di appartenenza e cooperazione potrebbe essere il primo passo verso quella comunità di destino che molti, ancora oggi, considerano un sogno lontano.

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