L’angolazione del sole: il vero segreto dell’efficienza del fotovoltaico

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Quando si parla di fotovoltaico si tende spesso a ridurre il problema all’idea che, se il cielo è coperto o il sole non splende, i pannelli non producano energia. In realtà la questione è molto più sottile: il fattore decisivo non è soltanto la quantità di luce disponibile, ma soprattutto l’angolazione con cui i raggi solari colpiscono i pannelli. È questo principio a determinare se l’impianto lavora al massimo del suo potenziale o se la resa resta limitata.

La fisica alla base è semplice: i pannelli fotovoltaici trasformano la radiazione solare in elettricità tramite le celle di silicio. Tuttavia, se i raggi non arrivano perpendicolari alla superficie, parte dell’energia viene dispersa. Un’inclinazione errata può ridurre la produzione anche del 20-25% rispetto a quella teorica. Per questo motivo i progettisti tengono conto non solo della latitudine, ma anche dell’orientamento del tetto e della stagionalità.

In Italia, per esempio, l’orientamento ideale è verso sud con un’inclinazione che, a seconda della regione, varia tra i 25 e i 35 gradi. Questa configurazione consente di catturare in modo ottimale la radiazione solare durante l’anno, garantendo un equilibrio tra produzione estiva e invernale. In alcune installazioni più avanzate, vengono utilizzati sistemi di inseguimento solare (tracker), capaci di modificare automaticamente l’inclinazione dei pannelli seguendo il movimento del sole nell’arco della giornata. Questo può aumentare la produzione fino al 40% rispetto a un impianto fisso.

Un aspetto spesso sottovalutato è l’effetto delle ombre. Anche un piccolo ostacolo come un camino, un albero o un’antenna può ridurre l’efficienza complessiva, soprattutto se colpisce le celle nelle ore centrali del giorno, quando l’incidenza dei raggi dovrebbe essere massima. Per questo la progettazione di un impianto fotovoltaico non può limitarsi a “mettere pannelli sul tetto”, ma deve studiare con attenzione esposizione, inclinazione e possibili fonti di ombreggiamento.

Comprendere il ruolo dell’angolazione permette anche di sfatare alcuni falsi miti. Non è vero, ad esempio, che i pannelli non funzionano d’inverno: la produzione cala, certo, ma se l’impianto è ben orientato la resa resta comunque significativa, e spesso le basse temperature aiutano le celle a mantenere un’efficienza leggermente più alta rispetto alle giornate torride d’estate.

In conclusione, il vero cuore del fotovoltaico non è solo il sole in sé, ma il modo in cui i suoi raggi arrivano ai pannelli. Chi desidera installare un impianto dovrebbe quindi considerare con grande attenzione questo dettaglio, perché è proprio l’angolazione corretta a fare la differenza tra un sistema mediocre e uno altamente produttivo.

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