Il jamming: cos'è, come funziona e come difendersi

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Il jamming è una tecnica che consiste nell'interferire deliberatamente con un segnale radio per impedirne la ricezione o la trasmissione. Si realizza emettendo un segnale radio sulla stessa frequenza del segnale che si vuole disturbare, creando un "rumore" che lo rende illeggibile o inutilizzabile per il ricevitore.

Esistono diverse modalità di jamming. Lo spot jamming (o jamming a banda stretta) si concentra su una frequenza specifica, risultando mirato. Il barrage jamming (o jamming a larga banda) copre un ampio spettro di frequenze contemporaneamente, bloccando più canali nello stesso momento. Un’altra tecnica è il reactive jamming, che si attiva solo quando rileva un segnale da disturbare, rendendo l’interferenza più difficile da identificare.

Il jamming non è un fenomeno recente: già durante la Seconda Guerra Mondiale venivano usate forme rudimentali di disturbo radio nelle comunicazioni, un precursore delle moderne tecniche di guerra elettronica.

L’uso dei jammer è oggi severamente regolamentato e in molti Paesi, inclusa l’Italia, il possesso o l’utilizzo da parte di privati è vietato e può costituire reato. Le eccezioni riguardano esclusivamente ambiti militari o di pubblica sicurezza.

Per difendersi dal jamming, le tecniche principali si basano su contromisure elettroniche (Electronic Counter-Countermeasures, ECCM). Una delle più diffuse è lo spread spectrum, che distribuisce il segnale su una banda di frequenze più ampia, rendendo più difficile il disturbo mirato.

Il jamming può manifestarsi con sintomi evidenti, come improvvisa perdita di segnale o disconnessioni ripetute nei dispositivi wireless. Alcuni sistemi di sicurezza sono progettati per rilevare queste anomalie e avvisare l’utente in caso di interferenze.

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