Golden power in Italia: significato e implicazioni operative

Il Golden power è l’insieme di poteri speciali che il Governo italiano può esercitare per tutelare gli interessi nazionali in settori strategici. Introdotto con il D.L. 21/2012 e successivamente ampliato, questo strumento consente all’esecutivo di bloccare, autorizzare con condizioni o porre prescrizioni su operazioni societarie che potrebbero compromettere la sicurezza o l’autonomia del Paese. La sua applicazione si estende oggi ben oltre i confini della difesa e della sicurezza nazionale, includendo infrastrutture critiche fisiche e digitali, energia, trasporti, telecomunicazioni, intelligenza artificiale, semiconduttori, sanità e perfino comparti alimentari strategici.
In termini pratici, ogni operazione rilevante – come acquisizioni, fusioni, cessioni di quote significative o cambiamenti nella governance – che coinvolga società strategiche deve essere notificata alla Presidenza del Consiglio. Da quel momento si avvia un’istruttoria in cui il Governo valuta se l’operazione comporta rischi per la sicurezza o l’ordine pubblico. Il procedimento può concludersi con un via libera, con l’imposizione di vincoli operativi o con un veto, a seconda dell’impatto previsto sugli interessi nazionali.
La logica alla base del Golden power è preservare il controllo su risorse e tecnologie essenziali, specialmente in un contesto globale in cui acquisizioni da parte di soggetti esteri possono avvenire in tempi rapidi e senza trasparenza. Per questo motivo, il perimetro di applicazione si è progressivamente ampliato negli ultimi anni, anche per allinearsi alla normativa europea sugli screening degli investimenti diretti esteri.
Comprendere il funzionamento di questo meccanismo è fondamentale per chi opera in settori strategici o per investitori stranieri interessati a entrare nel mercato italiano. Ignorare la normativa espone a sanzioni economiche rilevanti e alla nullità dell’operazione. Pianificare tenendo conto del Golden power non è soltanto un adempimento legale, ma un passaggio indispensabile per assicurare continuità e credibilità alle trattative.
Per chi si trova a valutare un’operazione soggetta a questo regime, la strategia migliore è integrare fin da subito una valutazione di impatto sulla sicurezza nazionale e predisporre un dossier chiaro e completo per le autorità. In questo modo si riducono tempi, incertezze e si aumentano le possibilità di ottenere un esito favorevole.