Furti in appartamento in aumento in Italia: il ritorno di un fenomeno in crescita

Negli ultimi anni, i furti in abitazione in Italia hanno mostrato un nuovo incremento, dopo un periodo di costante diminuzione. Il tema della sicurezza domestica è tornato quindi al centro dell’attenzione, non solo per la crescita numerica dei reati ma anche per l’evoluzione delle modalità con cui vengono compiuti. Analizzando i dati più recenti, si nota che il 2023 ha segnato un aumento dei furti in casa del 10,4% rispetto all’anno precedente, con circa 147.660 episodi registrati. Già nel 2022 si era osservata una crescita del 7,2%, a conferma di una tendenza che sembra consolidarsi dopo la parentesi della pandemia.
Il tasso di vittime di furti in abitazione, secondo alcune indagini, è passato da 7,6 ogni 1.000 famiglie nel 2022 a 8,3 nel 2023. Si tratta di numeri che, pur non allarmanti rispetto al passato, indicano una ripresa di un fenomeno che negli anni precedenti aveva subito un forte calo. Se infatti si allarga lo sguardo al decennio 2013-2022, emerge che i furti e le rapine in abitazione erano diminuiti complessivamente di quasi il 47%. È quindi probabile che la risalita attuale rappresenti in parte un “rimbalzo” dopo la riduzione forzata dei reati durante i periodi di lockdown, quando le abitazioni erano più presidiate e la mobilità ridotta.
Va ricordato che le statistiche ufficiali si basano sulle denunce, e non tutti i furti vengono segnalati, perciò il fenomeno reale potrebbe essere più ampio. Inoltre, l’aumento non è uniforme in tutto il Paese: alcune regioni e province, in particolare quelle con maggior concentrazione urbana, registrano incrementi più consistenti. In molte aree si nota anche un’evoluzione dei metodi usati dai ladri, che oggi agiscono con tecniche più rapide e spesso meno rumorose, come lo scasso di finestre e porte secondarie.
La percezione di insicurezza cresce quindi insieme ai numeri, ma è importante interpretare questi dati con equilibrio. Un contesto economico incerto, il ritorno alla piena mobilità post-pandemia e la maggiore circolazione di beni di valore nelle case possono essere fattori che spiegano la tendenza. Per chi desidera proteggere la propria abitazione, non si tratta solo di installare allarmi o telecamere, ma anche di adottare abitudini preventive: lasciare luci accese quando si è fuori, coordinarsi con i vicini, evitare di diffondere online informazioni su viaggi o assenze prolungate.
La sicurezza domestica resta quindi una questione che va affrontata con consapevolezza più che con paura. I dati mostrano un fenomeno in crescita, ma anche la possibilità concreta di ridurre i rischi con attenzione, tecnologia e collaborazione tra cittadini e istituzioni.
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