Come riconoscere un parquet di qualità: guida pratica

Riconoscere un parquet di qualità richiede competenza tecnica e attenzione a specifici dettagli che spesso sfuggono a chi ha una conoscenza superficiale del materiale. Il primo elemento da valutare è la composizione: un parquet di pregio presenta uno strato nobile in legno massiccio di almeno 3,5 mm, meglio se superiore ai 4 mm. Questo spessore determina la possibilità di levigare il pavimento più volte nel corso della sua vita utile, aumentando notevolmente la durabilità del prodotto. È fondamentale verificare anche il tipo di supporto nei prefiniti multistrato: i migliori sono composti da betulla o pioppo marino per garantire stabilità strutturale e minore sensibilità agli sbalzi termici.
Altro aspetto cruciale è la selezione dell’essenza legnosa. Un parquet in rovere europeo, teak, doussié o noce americano offre maggiore resistenza e valore estetico rispetto a essenze meno pregiate. Chi lavora nel settore sa quanto incida il grado di selezione: nodi, fiammature e venature irregolari sono elementi naturali ma devono essere coerenti con lo stile scelto. Per una finitura elegante e uniforme è preferibile scegliere selezioni "prime" o "extra", mentre per ambienti più rustici si possono usare selezioni "country" o "natur".
Il trattamento superficiale è un altro indicatore di qualità. I migliori parquet vengono rifiniti con vernici UV atossiche o oli naturali penetranti che valorizzano le caratteristiche del legno senza alterarne la traspirabilità. Un prodotto di bassa qualità si riconosce dalla finitura eccessivamente lucida, spesso plastificata, che compromette la percezione materica del legno. È importante anche verificare che la finitura sia omogenea su tutte le tavole e resistente a graffi e urti leggeri.
La precisione dimensionale delle doghe rappresenta un ulteriore parametro tecnico da non sottovalutare. Le migliori produzioni assicurano tolleranze minime e incastri perfetti che facilitano la posa e prevengono l'insorgere di fessure o dislivelli. Per una posa professionale, è indispensabile che l’umidità del legno sia controllata (tra il 7 e il 9%) e che le tavole siano certificate secondo norme internazionali come ISO o EN. Inoltre, è sempre consigliabile chiedere la tracciabilità dei lotti per garantire uniformità di colore e provenienza.
Infine, un parquet di qualità è sempre accompagnato da certificazioni che ne attestano la sostenibilità e la sicurezza. Marchi come FSC, PEFC o EPD (Environmental Product Declaration) sono garanzia di una filiera controllata e di un impatto ambientale ridotto. Il professionista attento valuta anche le emissioni di formaldeide, preferendo materiali in classe E1 o certificati CARB2, specialmente in ambienti chiusi o con presenza di bambini. Un parquet eccellente non è solo bello, ma anche sicuro e responsabile.
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