Antiparassitari per cani e gatti: come, quando e perché usarli correttamente

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L’uso degli antiparassitari per cani e gatti è una delle abitudini più importanti per mantenere sani e protetti i nostri animali. Zecche, pulci, pidocchi, zanzare e pappataci sono parassiti che possono trasmettere malattie serie, non solo fastidiose ma anche potenzialmente pericolose, come la leishmaniosi o la filariosi cardiopolmonare. La prevenzione, quindi, non è un optional, ma un gesto di cura fondamentale per la salute degli animali e anche delle persone che vivono con loro.

Gli antiparassitari si dividono principalmente in due categorie: quelli ad uso esterno e quelli ad uso interno. I primi comprendono prodotti come spot-on (gocce da applicare sulla cute, di solito tra le scapole), collari, spray e shampoo specifici. Questi agiscono creando una barriera protettiva contro i parassiti esterni e possono avere una durata variabile che va da poche settimane a diversi mesi, a seconda del principio attivo. Gli antiparassitari interni, invece, sono farmaci somministrati per via orale o iniettabile che eliminano o prevengono la presenza di vermi intestinali e parassiti che si sviluppano all’interno dell’organismo.

È fondamentale scegliere il prodotto giusto in base al peso, all’età e alle condizioni di salute dell’animale, oltre che al contesto in cui vive. Un gatto domestico che non esce mai può richiedere una protezione più leggera rispetto a un cane che vive in campagna o frequenta aree verdi. Tuttavia, anche gli animali che restano in casa non sono del tutto al sicuro, perché pulci e uova possono entrare accidentalmente attraverso indumenti, scarpe o altri animali.

Il momento dell’anno in cui utilizzare gli antiparassitari varia in base al clima, ma la regola generale è mantenerne l’uso costante tutto l’anno. Molti pensano che durante l’inverno non servano, ma gli ambienti riscaldati delle case rappresentano un habitat perfetto per lo sviluppo di pulci e uova. Nei mesi caldi, invece, la protezione deve essere ancora più scrupolosa, soprattutto nelle zone dove sono presenti zanzare e pappataci.

Un errore comune è alternare o sospendere i trattamenti pensando che “una pausa” possa far bene all’animale, ma in realtà ciò espone a rischi inutili. Anche la combinazione di più prodotti deve essere fatta con cautela, perché l’uso simultaneo di diversi principi attivi può risultare tossico. È sempre consigliabile chiedere il parere del veterinario prima di modificare la routine antiparassitaria.

Una curiosità interessante riguarda il funzionamento dei collari antiparassitari: molti di essi rilasciano gradualmente il principio attivo attraverso il sebo naturale dell’animale, che lo distribuisce in modo uniforme sulla pelle. Altri prodotti, invece, agiscono per contatto: il parassita muore appena entra in contatto con la cute trattata, senza dover pungere. Questo dettaglio è importante perché riduce notevolmente il rischio di trasmissione di malattie attraverso la puntura.

Infine, oltre ai prodotti chimici, esistono anche soluzioni naturali a base di oli essenziali come neem, citronella o tea tree. Sebbene possano offrire un effetto repellente, non sostituiscono completamente la protezione garantita dai farmaci veterinari. Possono però essere utili come supporto o come misura aggiuntiva nei periodi meno critici.

La regolarità e l’attenzione fanno la differenza. Un calendario dei trattamenti, annotato mese per mese, aiuta a non dimenticare nessuna applicazione. In questo modo si protegge non solo il proprio animale, ma anche l’ambiente domestico e l’intera famiglia da infestazioni difficili da eliminare. Prendersi cura del proprio cane o gatto con costanza significa investire nella loro salute e serenità quotidiana.

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