Campi Flegrei: Rischi e Preparazione in una delle Aree Vulcaniche più Monitorate al Mondo

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I Campi Flegrei, situati nei pressi di Napoli, rappresentano una delle aree vulcaniche più studiate e monitorate al mondo a causa del loro potenziale di eruzioni significative. Questo campo vulcanico si estende per circa 450 km² e comprende vari vulcani, tra cui il Monte Nuovo, la Solfatara e Astroni. L'area è nota per il fenomeno del bradisismo, un sollevamento e abbassamento del suolo accompagnato da attività sismica, legato all'attività vulcanica sottostante. 

La formazione dei Campi Flegrei è dovuta alla distensione della crosta terrestre, che crea decompressione in profondità e fusione delle rocce. La prima grande eruzione, avvenuta circa 40.000 anni fa, ha dato origine all'Ignimbrite campana, mentre un'altra significativa eruzione, quella del Tufo giallo napoletano, si verificò 15.000 anni fa. L'ultima eruzione risale al 1538, con la formazione del Monte Nuovo, un evento freato-magmatico di bassa intensità.

Attualmente, l'area dei Campi Flegrei è soggetta a movimenti del suolo noti come bradisismo. Le colonne del Tempio di Serapide a Pozzuoli testimoniano visibilmente questi movimenti, mostrando i segni delle oscillazioni del livello del mare negli ultimi 2000 anni. L'area è monitorata costantemente dall'INGV tramite reti sismiche, GNSS e altre tecnologie per rilevare movimenti del suolo e variazioni geochimiche. Recenti sciami sismici e fuoriuscite di gas indicano una crescente pressione dei fluidi nel sottosuolo, che potrebbe provocare sismi fino a magnitudo.

Gli scenari di eruzione ipotizzati includono eventi di piccola, media e grande entità, con una probabilità del 95% che un'eventuale eruzione sia di taglia media o minore. Più realisticamente, qualsiasi futura eruzione potrebbe somigliare a quella del 1538, che pur essendo meno intensa, causerebbe comunque danni significativi a causa della densità abitativa dell'area. Le autorità hanno sviluppato un piano di evacuazione basato su diversi livelli di allerta, organizzati secondo un sistema a semaforo (verde, giallo, arancione, rosso). Attualmente, l'area è al livello giallo, che indica una maggiore attenzione ma non un imminente pericolo di eruzione. Il piano prevede l'evacuazione della zona rossa, la più vicina al vulcano, entro 72 ore in caso di allerta rossa.

Nonostante i rischi, l'area continua a vedere nuove costruzioni, spesso abusive. La zona rossa, che verrebbe distrutta in caso di eruzione, comprende circa 500.000 abitanti. Storicamente, l'area ha vissuto diverse crisi bradisismiche, con quella degli anni '70 e '80 che causò evacuazioni e dislocazioni significative. Tuttavia, molte delle persone evacuate sono tornate nelle loro abitazioni una volta passata la crisi, rivelando una mancanza di preparazione a lungo termine.

La nuova legge sui Campi Flegrei mira a migliorare la sicurezza attraverso la mappatura dettagliata degli edifici pubblici e privati, identificando quelli più a rischio e potenziando la conoscenza delle caratteristiche del suolo attraverso il piano di microzonazione sismica. Questo approccio dettagliato è essenziale per mitigare i rischi associati a un'eventuale attività vulcanica e sismica. In sintesi, mentre la possibilità di un'eruzione catastrofica è bassa, l'importanza di una preparazione accurata e di una comunicazione efficace rimane cruciale per garantire la sicurezza della popolazione che vive in una delle aree vulcaniche più attive al mondo.