Calendario pollinico mese per mese: quando e dove colpiscono le allergie stagionali

Il calendario pollinico rappresenta uno strumento fondamentale per la gestione delle allergie stagionali, in particolare per i pazienti già diagnosticati con sensibilizzazione a pollini specifici. La conoscenza dei periodi di maggiore concentrazione pollinica consente di anticipare le fasi acute, pianificare trattamenti profilattici e adottare misure preventive ambientali mirate. La distribuzione pollinica varia sensibilmente in base alla regione geografica, alle condizioni climatiche e alle specie vegetali dominanti. Nel contesto italiano, ad esempio, il periodo che va da fine febbraio a giugno è dominato dalla fioritura delle graminacee e delle betulacee (come la betulla), principali responsabili di sintomatologie respiratorie.
Già a partire da febbraio, nelle regioni mediterranee, alcune specie come il cipresso rilasciano pollini. Tra marzo e aprile si registra un incremento delle concentrazioni aeree, con un picco di pollini di ontano, nocciolo e pioppo. Nella primavera inoltrata, da aprile a giugno, si raggiunge la massima attività pollinica delle graminacee, una delle famiglie più allergeniche, in particolare nelle zone rurali e pianeggianti.
Nei mesi estivi, luglio e agosto, diventano rilevanti le composite come l'ambrosia, particolarmente diffusa nelle regioni del nord Italia e nell’Europa orientale. La sua elevata capacità di rilasciare polline rende questo periodo critico per molti, specialmente nei centri urbani, dove la combinazione con gli inquinanti atmosferici ne acuisce l'effetto allergenico. Alte concentrazioni di polline di ambrosia possono persistere anche in settembre, rendendo necessario protrarre la terapia antistaminica oltre l'estate.
Generalmente, l'autunno comporta un calo delle pollinosi, tuttavia non è un periodo privo di rischio. Alcune muffe ambientali come Alternaria e Cladosporium raggiungono proprio in questi mesi la massima attività, soprattutto in ambienti umidi o in presenza di vegetazione in decomposizione. Anche queste spore fungine possono provocare sintomi respiratori simili a quelli pollinici, richiedendo un monitoraggio costante.
La variabilità climatica dovuta al cambiamento globale sta inoltre modificando i ritmi tradizionali della pollinazione, anticipando o prolungando i periodi critici. Questo rende ancora più necessario il ricorso a piattaforme digitali e app dedicate al monitoraggio pollinico in tempo reale, che permettono una personalizzazione della prevenzione e del trattamento in base al proprio profilo allergico e alla zona di residenza.